La polmonite è una malattia infettiva che continua a rappresentare un’importante minaccia per la salute pubblica, soprattutto in alcune categorie di persone particolarmente vulnerabili. La sua pericolosità deriva sia dalla facilità di trasmissione, sia dalla possibile rapidità di aggravamento del quadro clinico, specialmente nei soggetti più fragili. Comprendere come avviene realmente il contagio e chi sia più a rischio è fondamentale per una corretta prevenzione e per riconoscere i segnali da non trascurare.
Come si prende davvero l’infezione polmonare
La trasmissione della polmonite dipende principalmente dall’agente patogeno che ne è la causa. Le forme più comuni sono quelle dovute a batteri (come lo Streptococcus pneumoniae), virus (influenza, SARS-CoV-2 e altri virus respiratori) e, meno frequentemente, funghi o parassiti. Le modalità di contagio più diffuse comprendono:
- Inalazione di droplet: Quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla, rilascia minuscole goccioline di saliva nell’aria, che possono essere respirate da individui vicini. Questo è uno dei principali veicoli di trasmissione tra persone.
- Contatto diretto con superfici contaminate: Le goccioline emesse possono depositarsi su oggetti e superfici. Toccare queste superfici e portare le mani al viso, specialmente a naso e bocca, rappresenta un’ulteriore modalità di infezione.
- Contatto diretto da persona a persona, ad esempio attraverso baci o strette di mano, soprattutto se le mani sono contaminate da secrezioni respiratorie.
Alcuni casi di polmonite si sviluppano come complicanza di altre infezioni, per esempio dopo un’influenza stagionale, quando il sistema immunitario è già indebolito. Esistono anche forme di polmonite non trasmissibili da persona a persona, come la polmonite da inalazione, che si verifica quando materiale estraneo (ad esempio cibo, saliva o vomito) penetra nei polmoni, portando all’infezione batterica locale.
Chi è più a rischio di contrarre la polmonite
Sebbene chiunque possa sviluppare questa infezione, alcune persone presentano un rischio nettamente superiore, sia di ammalarsi sia di andare incontro a forme più gravi:
- Bambini sotto i 5 anni: Il sistema immunitario non è ancora totalmente sviluppato, rendendo difficile la difesa contro i patogeni respiratori.
- Anziani, soprattutto sopra i 65-75 anni: L’efficacia delle difese immunitarie diminuisce con l’età, e spesso sono presenti altre patologie croniche che compromettono la capacità di reazione dell’organismo.
- Persone con malattie croniche: Chi soffre di patologie come asma, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), diabete, insufficienza cardiaca e renale ha una barriera immunitaria meno efficiente.
- Individui con immunodepressione: Persone sottoposte a terapie immunosoppressive, chemioterapia, trapianti di organo, o affette da HIV/AIDS, sono particolarmente suscettibili alle infezioni polmonari.
- Fumatori ed ex-fumatori: Il fumo danneggia strutturalmente le vie respiratorie e riduce la capacità di autopulizia dei polmoni, facilitando l’attecchimento dei microrganismi patogeni.
- Alcolisti: L’abuso di alcol indebolisce le difese immunitarie e può aumentare il rischio di inalazione di materiali estranei (aspirazione).
- Soggetti ricoverati in ospedale: I pazienti ospedalizzati, soprattutto quelli sottoposti a ventilazione meccanica, hanno un’elevata esposizione a patogeni resistenti e sviluppano più facilmente polmoniti nosocomiali, spesso di maggiore severità.
- Chi presenta difficoltà di deglutizione: Ad esempio, persone con malattie neurologiche, ictus o che fanno uso di farmaci sedativi possono sviluppare la cosiddetta polmonite da inalazione, più frequente negli anziani.
Un’ulteriore fascia vulnerabile è rappresentata da chi ha uno stile di vita poco salutare, come i fumatori passivi, i soggetti che seguono una dieta povera o gli individui particolarmente stressati, tutti fattori che contribuiscono a indebolire la risposta immunitaria.
Segnali e sintomi da non sottovalutare
Il riconoscimento tempestivo dei sintomi è essenziale per un intervento rapido ed efficace, fondamentale per evitare complicanze. I principali segni di polmonite includono:
- Tosse persistente, spesso produttiva di muco (a volte striato di sangue).
- Febbre elevata e brividi, con senso generale di malessere.
- Difficoltà respiratoria, respiro corto e affanno anche a riposo.
- Dolore toracico, soprattutto durante la respirazione profonda o durante i colpi di tosse.
- Stanchezza marcata, debolezza e inappetenza.
- Nei bambini possono manifestarsi sintomi atipici come agitazione, difficoltà di alimentazione, rientramento delle costole durante la respirazione o colorito bluastro intorno alle labbra.
- Negli anziani i sintomi possono essere più sfumati: confusione mentale, caduta della pressione, stato soporoso.
In presenza di questi segnali, soprattutto se persistenti o gravi, è importante contattare il proprio medico o rivolgersi tempestivamente al pronto soccorso, in particolare nei soggetti a rischio.
Prevenzione e comportamenti protettivi
Ridurre il rischio di polmonite è possibile grazie a una serie di strategie di prevenzione, in parte comuni a molte infezioni respiratorie, in parte specifiche:
- Vaccinazione: Esistono vaccini efficaci contro alcune delle principali cause batteriche e virali di polmonite, tra cui il vaccino anti-pneumococcico (Streptococcus pneumoniae) e quello contro l’influenza stagionale. La vaccinazione è fortemente raccomandata per anziani, soggetti fragili e bambini piccoli.
- Igenizzazione delle mani: Lavare frequentemente le mani con acqua e sapone riduce il rischio di trasportare agenti patogeni verso bocca e naso.
- Corretta copertura delle vie respiratorie quando si tossisce e starnutisce, utilizzando fazzoletti di carta da eliminare subito dopo l’uso.
- Mantenimento di uno stile di vita sano: Dieta equilibrata, astensione dal fumo e moderazione nel consumo di alcol aiutano il sistema immunitario.
- Gestione e controllo delle patologie croniche: Un’adeguata terapia delle malattie di base riduce il rischio di infezioni respiratorie complicate.
- Ventilazione degli ambienti e pulizia frequente di superfici e oggetti soprattutto in periodo di epidemie stagionali.
Infine, la diagnosi precoce della polmonite e un trattamento tempestivo, spesso a base di antibiotici per le forme batteriche, rappresentano la chiave per un decorso favorevole nella maggioranza dei casi. La rapidità di azione è cruciale soprattutto nei pazienti fragili e negli anziani, dove il rischio di complicanze è elevato.
In conclusione, la polmonite resta una patologia ad ampio impatto, trasmissibile soprattutto per via aerea e, in certi casi, attraverso il contatto diretto o indiretto con superfici contaminate. Prestare attenzione ai segnali, adottare misure preventive e proteggere le categorie più vulnerabili sono i pilastri per il contenimento di questa infezione respiratoria potenzialmente grave.