Sai quante malattie orfane esistono? Scopri perché sono così poco conosciute

Attualmente, si stima che **esistano circa 10.000 malattie orfane** note in tutto il mondo, anche se alcune fonti parlano di circa 8.000 patologie riconosciute solo in Italia; queste cifre testimoniano quanto sia ampio e diversificato l’insieme di patologie che rientrano in questa denominazione. Malattie orfane e malattie rare sono spesso termini usati in modo intercambiabile e indicano condizioni che, secondo la definizione europea, colpiscono non più di 5 persone su 10.000. Nonostante la bassa prevalenza di ciascuna singola malattia, il numero complessivo dei pazienti affetti da una di esse è molto elevato: nel mondo si stima che siano circa **300 milioni**, di cui circa **30 milioni in Europa** e **oltre due milioni in Italia**.

Perché le malattie orfane sono così poco conosciute?

Le ragioni che portano a una così scarsa notorietà delle malattie orfane sono numerose e complesse. In primo luogo, la **bassa diffusione di ogni singola patologia** fa sì che queste malattie vengano frequentemente trascurate sia dagli operatori sanitari che dalle istituzioni di ricerca scientifica e farmaceutica. La maggior parte delle malattie orfane ha un’incidenza talmente ridotta da rendere difficile l’organizzazione di studi clinici su vasta scala e, di conseguenza, di raccogliere dati statisticamente significativi e utili sia per la diagnosi sia per la terapia.

  • Pochi casi clinici: la rarità delle malattie comporta una scarsità di dati e casistiche cliniche sufficienti per sviluppare linee guida e standard di trattamento solidi. Questo fenomeno si riflette in un ritardo diagnostico cronico, spesso di anni, durante i quali il paziente e le famiglie vivono un “viaggio” complesso tra vari specialisti e centri medici, senza una risposta chiara.
  • Limitato interesse commerciale: molte aziende farmaceutiche tendono a investire poco nella ricerca su queste patologie, perché il potenziale ritorno economico è basso rispetto alle spese necessarie per lo sviluppo di un farmaco. Proprio per questa ragione si parla di “farmaci orfani”, cioè trattamenti che difficilmente vengono sviluppati senza intervento pubblico o meccanismi di incentivo specifico.
  • Scarsa consapevolezza nella popolazione generale e nei media: Le malattie orfane faticano ad attirare l’attenzione di mezzi di informazione e opinione pubblica. Questa marginalità si traduce in meno raccolte fondi, minore pressione sociale e istituzionale per investire nella ricerca, e quindi in una lentezza strutturale che ritarda sia la conoscenza sia le soluzioni terapeutiche.

I pazienti: tra viaggio diagnostico e diritto alla speranza

Il percorso di chi soffre di una malattia orfana è spesso segnato da un vero e proprio “pellegrinaggio sanitario”: la diagnosi spesso arriva dopo molti anni dai primi sintomi, con notevoli impatti sulla qualità di vita e su quella dei familiari. Questo avviene perché molti sintomi sono aspecifici e facilmente confondibili con altre patologie più comuni, e perché raramente gli specialisti hanno esperienza diretta con queste condizioni. In Italia, per esempio, **solo per circa 450 malattie rare esistono trattamenti specifici**: questo significa che la stragrande maggioranza dei pazienti può contare solo su interventi di supporto, riabilitativi o palliativi, senza una cura risolutiva.

Il diritto alla speranza e alla dignità rappresenta una delle battaglie più importanti delle associazioni dei pazienti. La comunità scientifica e le istituzioni si stanno progressivamente impegnando per migliorare sia le condizioni di vita sia le prospettive dei malati; tuttavia, il cammino è lungo, soprattutto a causa della complessità di queste patologie e dei costi elevati della ricerca.

Il ruolo fondamentale della ricerca e delle politiche sanitarie

Un punto cruciale per contrastare la marginalità delle malattie orfane è rappresentato dalla ricerca scientifica indipendente e dagli incentivi pubblici. Agenzie come l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) promuovono bandi e finanziamenti dedicati a studi su malattie rare, proprio per colmare il vuoto lasciato dal mercato privato. Nel 2025, ad esempio, AIFA ha stanziato oltre 17 milioni di euro per promuovere la ricerca su queste patologie, sottolineando la necessità di sviluppare terapie innovative a beneficio delle persone affette.

Un altro pilastro della lotta contro le malattie orfane è rappresentato dalla costruzione di reti europee di collaborazione clinica e di ricerca. Progetti come ERK-Net, ERN-ReCONNET e RITA-ERN hanno l’obiettivo di facilitare la condivisione di conoscenze, la formazione di medici e ricercatori, e l’accesso a diagnosi e trattamenti avanzati anche per i pazienti più isolati dal punto di vista geografico.

La sfida della diagnosi precoce e l’importanza della sensibilizzazione

Uno degli obiettivi strategici più importanti è la **sensibilizzazione** della popolazione generale e degli operatori sanitari. La conoscenza diffusa delle malattie orfane consente di abbattere il ritardo diagnostico e favorire l’accesso tempestivo a cure innovative e a percorsi riabilitativi appropriati. Attraverso campagne di comunicazione pubblica, giornate mondiali dedicate (come quella che si svolge ogni anno il 28 febbraio) e la partecipazione attiva delle associazioni, si cerca di dare voce a una comunità estesa e poco visibile, ma estremamente bisognosa di supporto.

Un ruolo fondamentale lo giocano le politiche sanitarie nazionali ed europee capaci di incanalare risorse nella ricerca di soluzioni concrete: per esempio, lo sviluppo di farmaci orfani e la promozione di una sempre più ampia collaborazione internazionale, per superare i limiti imposti dalla rarità delle casistiche.

Alcune priorità nel settore delle malattie orfane

  • Sviluppare programmi di screening e diagnosi precoce, anche nei neonati.
  • Incentivare la raccolta dati attraverso registri nazionali e internazionali.
  • Promuovere la formazione specialistica di medici e operatori sanitari su queste patologie.
  • Sostenere la ricerca traslazionale, epidemiologica e comportamentale, non solo quella orientata allo sviluppo di nuovi farmaci.
  • Facilitare l’inserimento sociale dei pazienti e delle loro famiglie, contrastando lo stigma e l’isolamento.

In conclusione, **le malattie orfane costituiscono una delle più grandi sfide della medicina moderna, non solo per la loro complessità e rarità, ma anche per la capacità limitata dei sistemi sanitari di rispondere con prontezza ed efficacia**. La loro scarsa notorietà è un effetto diretto della loro diffusione limitata e della mancanza di investimenti strutturali, ma anche della ridotta visibilità mediatica e pubblica. Solo attraverso una maggiore attenzione istituzionale, investimenti nella ricerca e campagne di sensibilizzazione sarà possibile garantire ai milioni di pazienti e alle loro famiglie una risposta adeguata in termini di diagnosi, cura e dignità di vita.

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