La diffusione delle bevande energetiche negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale, soprattutto tra i giovani e gli adulti in cerca di una spinta rapida alla vigilanza e alle prestazioni mentali. Tuttavia, bere energy drink quotidianamente può comportare una serie di effetti potenzialmente dannosi sia sul breve che sul lungo periodo, incidendo su diversi aspetti della salute cardiovascolare, neurologica e metabolica.
Ingredienti principali e loro effetti
Le bevande energetiche sono caratterizzate dalla presenza di caffeina, grandi quantità di zuccheri, taurina e vari aminoacidi o dolcificanti. La caffeina rappresenta il principale responsabile dell’effetto stimolante: essa agisce sul sistema nervoso centrale aumentando la vigilanza, la sensazione di energia mentale e la prontezza di riflessi. Tuttavia, la scarica energetica è di breve durata ed è più mentale che fisica, spesso seguita da cali di energia e senso di affaticamento.
Contrariamente a quanto promesso dal marketing, queste bevande non apportano veri benefici energetici al corpo: la loro efficacia percepita deriva essenzialmente dalla caffeina e dagli zuccheri, mentre altri componenti come la taurina si sono rivelati sostanzialmente inutili alle dosi presenti negli energy drink, seppure siano ancora sotto osservazione per possibili effetti a lungo termine.
Inoltre, l’elevata concentrazione di zuccheri può contribuire all’aumento della glicemia, alimentando il rischio di obesità e diabete, oltre ad avere effetti deleteri sulla salute dentale e metabolica.
Rischi cardiovascolari associati al consumo quotidiano
Uno degli effetti più preoccupanti dell’assunzione regolare di energy drink riguarda il cuore e il sistema cardiovascolare. La caffeina in elevate quantità può provocare un aumento della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca (tachicardia) e disturbi del ritmo cardiaco, soprattutto nelle persone predisposte o già affette da patologie cardiache. L’eccessivo stimolo dato al cuore comporta un maggior consumo di ossigeno da parte del tessuto cardiaco: chi soffre di cardiopatie rischia di andare incontro a peggioramenti della propria condizione, e persino in soggetti sani possono insorgere aritmie o altri disturbi del ritmo cardiovascolare, pericolosi anche per la vita.
Dal 2008, le segnalazioni di eventi avversi associati al consumo di energy drink sono numerose e spaziano da crisi epilettiche ad aritmie fino a casi di morte improvvisa, come documentato anche dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare francese.
Un altro aspetto critico è la disidratazione: queste bevande, invece di idratare, possono accentuare la perdita di liquidi, aumentando così ulteriormente il rischio di ipertensione e di disfunzioni cardiovascolari, aggravato dall’alto contenuto di zucchero e dal loro effetto diuretico.
Impatto sul cervello e sul sistema nervoso
Oltre alle conseguenze sul cuore, bisogna considerare gli effetti delle bevande energetiche sul sistema nervoso centrale. L’eccesso di caffeina e altre sostanze stimolanti può indurre insonnia, nervosismo, ansia, tremori, difficoltà di concentrazione e perfino, nei casi più estremi, convulsioni e crisi epilettiche. Tali effetti sono particolarmente preoccupanti tra i giovani e gli adolescenti, che risultano più suscettibili sia agli effetti acuti sia allo sviluppo di dipendenza. Il consumo cronico rischia di compromettere la qualità del sonno, con ripercussioni negative sul rendimento scolastico e sulla salute mentale a lungo termine: uno studio norvegese su oltre 50.000 studenti ha associato l’uso regolare di energy drink a un peggioramento significativo della qualità del riposo notturno.
Bisogna considerare anche che mentre alcune persone metabolizzano la caffeina velocemente, altre lo fanno molto più lentamente, prolungando così gli effetti eccitanti e i rischi annessi. In soggetti sensibili, anche dosi apparentemente moderate possono diventare pericolose, amplificando gli effetti indesiderati e rendendo più difficile il recupero dopo episodi di sovrastimolazione.
Dipendenza, interazioni con alcol e rischi a lungo termine
Il rischio di dipendenza da caffeina non è trascurabile, soprattutto se l’assunzione di energy drink diventa abitudine quotidiana: la tolleranza agli effetti stimolanti porta spesso ad aumentare le dosi, alimentando un circolo vizioso che coinvolge sia il bisogno fisico che quello psicologico. Un ulteriore pericolo deriva dall’abitudine, diffusa soprattutto tra giovani e giovanissimi, di mescolare energy drink con alcolici. Questa combinazione può indurre una percezione distorta della propria soglia di vigilanza e resistenza, portando ad assumere quantità superiori di alcol e aumentare le condotte a rischio.
Nel lungo periodo, il consumo eccessivo di queste bevande può favorire lo sviluppo di cardiopatie ischemiche, ipertensione cronica e diabete, oltre alla già menzionata compromissione della qualità del sonno e al deterioramento della salute mentale. Le problematiche metaboliche sono direttamente correlate con l’alto contenuto di zuccheri: ciò implica che anche chi non ha particolari problemi di salute possa, con il tempo, essere esposto a rischi di sviluppare patologie importanti.
Considerazioni e precauzioni
- Le bevande energetiche sono sconsigliate a chi ha problemi cardiaci, ipertensione, diabete o una nota ipersensibilità alla caffeina.
- Bambini, adolescenti e donne in gravidanza devono evitarne il consumo per la maggiore vulnerabilità agli effetti delle sostanze stimolanti.
- L’associazione con alcolici aumenta in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari acuti e altre complicanze gravi.
- Un consumo regolare, anche di una lattina al giorno, può provocare già a breve termine tachicardia, ansia, insonnia e dipendenza, mentre a lungo termine contribuisce ad aumentare il rischio di patologie croniche.
Alla luce delle evidenze, la prudenza è d’obbligo: preferire acqua e altre bevande analcoliche sicure è la scelta consigliata per mantenere in equilibrio salute mentale e fisica, soprattutto se lo stato generale di salute non è ottimale o se si presentano fattori di rischio preesistenti.